Sesto Fiorentino deve il suo nome al fatto di trovarsi al sesto miglio dell'antica via Cassia romana, venendo da Firenze, sul cui tracciato è preceduta da Quinto e da Quarto. Le tombe etrusche della Montagnola e della Mula testimoniano che l'area era già abitata tra il w e il IV secolo a.C. La prima, aperta al pubblico, è composta da un corridoio con due celle coperte a falsa volta e da una falsa cupola con pilastro centrale, simile alle costruzioni micenee. Nei pressi, la tomba della Mula, a tumulo, con in cima una cella poligonale merlata. Sesto Fiorentino vanta una secolare storia nella lavorazione della porcellana, come ricorda il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia che raccoglie oggetti del Settecento collezionati dal fondatore della manifattura, il marchese Carlo Ginori, e servizi da tavola realizzati nel corso dei secoli per gli Asburgo d'Austria, la sorella di Napoleone Elisa Bonaparte, i Savoia e i Rotschild. Tra i pezzi esposti i primi prototipi dalle forme rococò, gli oggetti in stile impero, i modelli riccamente decorati del secondo Ottocento e quelli stilizzati, disegnati da Giò Ponti. La visita alla cittadina prosegue con una sosta alla pieve di impianto romanico di San Martino, che conserva un bel crocitisso trecentesco dipinto su tavola. Numerose le ville che circondano il centro abitato, sia in collina che in pianura, fra cui la settecentesca villa Guicciardini Corsi Salviati, con un grande giardino.